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Situata nel cuore storico di Firenze, all'interno del complesso edilizio di San Lorenzo, con i suoi 11000 manoscritti e i suoi 2500 papiri egizi la Biblioteca Medicea Laurenziana custodisce un tesoro librario unico al mondo per importanza filologica e artistica, che riflette, in particolare, alcune delle tappe fondamentali della storia del Rinascimento fiorentino.

In seguito ad interventi di ammodernamento, che videro impegnato anche Filippo Brunelleschi, la struttura fu destinata ad ospitare il patrimonio di manoscritti della famiglia medicea e l'ascesa al soglio pontificio di Giulio de' Medici (Clemente VII) diede impulso all'idea maturata in precedenza da Lorenzo il Magnifico di trasformare i locali in una biblioteca pubblica. Il nuovo papa affidò il progetto a Michelangelo Buonarroti, che riorganizzò abilmente gli spazi ricavando una vasta sala di lettura ed un secondo locale di consultazione. 

I lavori si interruppero con la partenza di Michelangelo da Firenze e la morte improvvisa dell'illustre committente, per poi riprendere vent'anni più tardi grazie al granduca Cosimo I, che fece inaugurare la biblioteca nel 1571, dopo aver trasformato l'originaria sala di lettura michelangiolesca in un elegante vestibolo d'ingresso a sviluppo verticale, con una mirabile scalinata realizzata in pietra serena dallo scultore Bartolomeo Ammannati su disegno dello stesso Buonarroti.

Quella che doveva essere la sala secondaria costituisce invece l'attuale sala di lettura, caratterizzata da un lungo corridoio fra due file di banchi, detti plutei, aventi funzione di leggio e custodia e illuminati da un mirabile ciclo di vetrate recanti i simboli dell'araldica medicea in un tripudio di motivi a grottesca, armi, emblemi e putti alati, riferibili probabilmente a maestranze fiamminghe su disegno di Giorgio Vasari

Realizzate per ultime, queste vetrate hanno subito in passato diversi restauri. L'ultimo intervento, avviato nel 2003 per l'aggravarsi della situazione conservativa, è stato realizzato grazie all'Opificio delle Pietre Dure, antico Istituto fiorentino nato sotto il patrocinio di Ferdinando I de' Medici.

Essendo stati inseriti nell'elenco 2013 di Operatori Economici per servizi di documentazione fotografica di Beni Culturali, noi di Foto D'Arte Firenze abbiamo potuto seguire le delicate fasi di restauro, che in parte hanno richiesto il trasferimento delle vetrate all'interno del laboratorio dell'Opificio. Un'esperienza per noi "esclusiva" ed estremamente affascinante, vissuta al fianco del direttore dei lavori Rosanna Moradei e del restauratore Daniele Angellotto e che ci ha permesso di osservare da vicino la rinascita di questi autentici capolavori dell'arte vetraria, cornice perfetta di un luogo che ancora oggi, a distanza di secoli, rimane uno dei poli artistico-culturali più importanti al mondo.


Vetrata n.18 prima e dopo l'intervento di restauro © Foto D'Arte Firenze

Di seguito il link con la presentazione ed i dettagli dei lavori:

Biblioteca Medicea Laurenziana | Restauro del ciclo di vetrate

Opificio delle Pietre Dure (OPD) - Ciclo di vetrate del Salone di Michelangelo


Cristian Ceccanti & Ivan Rossi fotografi | Foto D'Arte Firenze @ Biblioteca Medicea Laurenziana | Piazza S.Lorenzo, 9 Firenze
Pubblicato in Fotografia per l'arte

La magnificenza dei Medici.

In occasione del quarto centenario della morte di Ferdinando I de' Medici (1549-1609), la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino con l'Opificio delle Pietre Dure, l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Firenze Musei hanno organizzato una mostra nel Museo delle Cappelle Medicee, precisamente, a memoria della sua volontà di magnificenza, nella Cappella dei Principi, prezioso mausoleo della dinastia interamente rivestito di marmi e pietre dure.

Nato nel 1549, secondogenito di Cosimo I, Ferdinando aveva intrapreso la carriera ecclesiastica e conduceva una lussuosa vita da cardinale a Roma quando, nel 1587, l'improvvisa morte del fratello Francesco I, con la seconda moglie Bianca Cappello, lo costrinse a succedergli sul trono granducale di Toscana. 

Ferdinando dovette allora rinunciare alla precedente carriera e iniziare una nuova vita che gli imponesse doveri con priorità assoluta: il governo dello stato e la garanzia della continuità dinastica.

Una mostra in sintonia con la politica di Ferdinando, un uomo al quale era impossibile non affezionarsi, fattivo e solare ma soprattutto decisivo, col suo immenso impegno, perché la Toscana divenisse quella che è stata, e che è.

Foto D'Arte Firenze è onorata di aver realizzato le immagini delle opere in mostra per la pubblicazione del catalogo edito da Sillabe e curato da Monica Bietti, Direttrice del Museo delle Cappelle Medicee ed Annamaria Giusti, Direttrice della Galleria d'Arte Moderna.

Il sito Arte e Arti che presenta l'evento.

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